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Non patire la tua depressione in silenzio

La prevalenza dei disturbi depressivi nell’arco di 12 mesi è superiore al 10%. Fra i 18 e i 29 anni è tre volte superiore di quella che si riscontra dopo i 60 anni. Le donne hanno tassi maggiori da 1,5  a 3 volte rispetto agli uomini.

Passeggiare aiuta la creatività

Oltre che che piacevole, passeggiare può essere anche utile per trovare nuove idee con cui affrontare un problema. E’ quanto emerge da uno studio svolto negli USA, in cui sono stati messi a confronto i risultati creativi ottenuti da persone che facevano brainstorming sedute o passeggiando.

IADC: dalla perdita al ricongiungimento

Il 14 di aprile condurrò a Taranto il seminario “Perdita e Ricongiungimento”.
Orario seminario: Ore 9,00/ 13,00 – Ore 15,00 / 19,00
c/o Park Hotel Mar Grande – Viale Virgilio 90 Taranto – tel 099331051 (dove si potrà pernottare)
Per ulteriori informazioni: 368575127 – 3931414489

Illustrerò la nuova procedura di intervento psicoterapeutico con cui promuovere un’evoluzione favorevole del lutto, soprattutto nei casi di lutto grave e complicato. Grazie a tale modalità di intervento numerosi reduci del Vietnam sono riusciti a superare il lutto traumatico e complicato di cui soffrivano da decenni per la morte di commilitoni o civili. Cosa ha fatto la differenza? Un’esperienza di comunicazione con questi ultimi. L’efficacissima risorsa psicoterapeutica è nata da alcune modifiche che lo psicologo Allan Botkin apportò alla tecnica EMDR.  L’intento era quello di migliorare l’efficacia curativa di questa tecnica per il disturbo post-traumatico da stress, ma inaspettatamente emerse un dato sorprendente: quando la patologia del reduce era quella del lutto traumatico e complicato, la persona entrava in uno stato mentale grazie al quale accedeva spontaneamente a una varia combinazione di percezioni visive, uditive tattili, uditive e telepatiche che costituivano il quadro di un’esperienza di comunicazione e ricongiungimento momentaneo con colui per la cui morte provava da decenni un dolore acuto e insormontabile. Si tratta delle Induced After Death Communication (IADC). Naturalmente l’IADC venne poi messa a disposizione di tutti coloro che soffrono per un lutto. I risultati sono clamorosi. Nell’arco di due sedute l’IADC Therapy permette a circa il 75% dei pazienti di avere un’esperienza spontanea di comunicazione con il proprio caro non più in vita e, grazie a essa, di cambiare le proprie convinzioni profonde sul senso della perdita subita. Dalle nuove prospettive di significato derivano rapide e notevoli evoluzioni dello stato emotivo, cioè il superamento della disperazione, di eventuali tormentosi sensi di colpa e di questioni lasciate in sospeso. Si tratta dunque di una forma di intervento clinico che permette a tante persone colpite dalla perdita di un proprio caro di accedere tramite induzione di uno stato mentale di ricettività a quelle stesse after death communication spontanee che, alquanto diffuse fra chi attraversa un lutto significativo, possono sopravvenire in modo totalmente spontaneo. Secondo uno studio recente condotto all’Università del North Texas dal 30% al 35% delle persone vive durante il corso della propria vita almeno una di queste esperienze.   Ci sono poi le cosiddette esperienze sul letto di morte, che avvengono nell’arco delle ore che precedono la morte e nelle quali i propri cari non più in vita vengono a rassicurare e ad accogliere il morente.  Infine molte ricerche sono state compiute sulle esperienze di pre-morte, che in realtà sono esperienze vissute in stato di morte clinica.  Nel corso del seminario verranno descritti questi vari tipi di esperienza e messi in risalto le profonde somiglianze che presentano l’una con l’altra.  Inoltre, attingendo a trascrizioni letterali di IADC, verranno riportati diversi casi di ricongiungimento. I lunghi dialoghi intrattenuti direttamente con il proprio caro evidenzieranno la continuità del legame e del rapporto, la presenza nelle nostre esistenze delle persone amate e non più in vita terrena, gli insegnamenti e i suggerimenti che possono darci, le evoluzioni spirituali che possono dispiegarsi dopo aver vissuto l’esperienza.Tutti questi temi del seminario saranno ripresi e sviluppati a partire dal libro “Perdita e Ricongiungimento”, Ed mediterranee, 2015.

 

Il palazzo della memoria

Le mnemotecniche  sono quei metodi cui si ricorre per favorire l’immagazzinamento di informazioni nella nostra memoria. Erano assai in voga nell’antichità e nel Rinascimento.  E’ un vero peccato che oggi esse siano poco conosciute, perché possono essere molto utili nello studio, nel lavoro e, più in generale, in svariate occasioni della vita quotidiana.

Cosa farebbe l’acqua al mio posto?

Il taoismo poterebbe essere definito come una filosofia dell’acqua. Dal comportamento dell’acqua possiamo infatti trarre vari importanti insegnamenti. Tre di essi si rivelano molto importanti: saper essere umili, saper trovare una soluzione senza forzare il corso delle cose, saper rendersi capaci di adattarsi con flessibilità alle circostanze via via incontrate.

L’illusione di essere in futuro come siamo oggi

Viviamo con l’illusione che la nostra evoluzione personale sia giunta al termine. Sottovalutiamo la portata dei cambiamenti che ci attraverseranno nel corso dei prossimi dieci anni. Sopravvalutiamo la stabilità delle nostre priorità, preferenze, scelte. Ciò spiega perché prendiamo facilmente decisioni di cui in futuro ci pentiamo.

La ricerca di significato nella vita

La nostra cultura è ossessionata dalla felicità, ma inseguire la felicità può rendere infelici, perché può condurre alla mancanza di significato nella vita. E’ trovare questo significato che fa fiorire la vita. Chi ha un significato nella vita ha risultati migliori a scuola e sul lavoro, è più resiliente quando le cose vanno male. Ma da cosa deriva il significato, in cosa cercarlo? Emily Esfahani Smith ci parla di quelli che sono i pilastri di una vita significativa: i legami d’amore, uno scopo che consista nel darsi, la trascendenza e il sapersi raccontare in senso costruttivo la propria storia, riuscendo nel corso del tempo a vedere anche nel male che variamente ci colpisce le ragioni per il nostro accedere al bene.

Le near death experience

Qualsiasi discorso serio sulla morte e l’Aldilà non può prescindere dalle near death experience (NDE). Questo bellissimo documentario di Lara Peviani sulle NDE  rappresenta un modello di come si può realizzare su questo tema un’informazione chiara e approfondita, equilibrata e commovente, ricca di contenuti e piacevolmente ben girata. Si tratta della migliore opera  sul tema che io abbia finora visto. Non c’è niente di spettacolare. Vengono intervistate persone che hanno direttamente vissuto l’esperienza oppure operatori sanitari che riportano le narrazioni dei propri pazienti ed esprimono le riflessioni che da esse emergono. La percentuale di chi ha vissuto una NDE è tutt’altro che trascurabile. Uno degli ultimi studi  attesta per esempio che il 4,2% della popolazione tedesca ha avuto questa esperienza, cioè circa 3 milioni e mezzo di persone. Varie sono le componenti delle NDE: l’istantanea liberazione di ogni sofferenza, l’esperienza fuori dal corpo, la capacità di spostarsi in luoghi diversi da quello del trapasso, il grande potenziamento e allargamento delle capacità sensoriali, l’incontro con i propri cari non più in vita terrena, il tunnel, la luce carica di conoscenza e amore infiniti, il riesame della propri vita, i paesaggi naturali caratterizzati da colori luminescenti, etc. Molti studi sono stati compiuti sulle NDE, in particolare sulle out of body experience, che consentono il controllo fattuale della loro veridicità. Finora tutti gli studi condotti hanno corroborato la teoria realista e confutato quella allucinatoria. Si tratta di ricerche condotte con il rigore del metodo scientifico. Ne parlo ampiamente nel mio “Perdita e Ricongiungimento”.  Concludo con una citazione di Philippe Ariès, tratta dal documentario: “Gli uomini, o cercano di mettersi al riparo dalla morte come ci si mette al riparo da una bestia feroce in libertà, oppure la affrontano, ma in questo caso sono ridotti unicamente alla loro forza, al loro coraggio, in un confronto silenzioso, senza l’aiuto di una società che ha deciso una volta per tutte che la morte non la riguarda”. Questo documentario è veramente importante, perché ci lascia meno soli nell’affrontare la morte.

La strana geometria dei frattali

Il matematico Benoit Mandelbrot ci parla di cosa hanno in comune le nuvole, le dimensioni dell’albero bronchiale, un cavolfiore, i profili delle montagne. Si tratta della geometria dei frattali, la nuova branca matematica che riesce a descrivere le forme naturali del nostro mondo. Al tempo stesso dalle sue ricerche è nato (è stato scoperto?) l’Insieme di Mandelbrot, qualcosa che non si finisce di esplorare e scoprire e che, come ci dice Roger Penrose, appartiene probabilmente alla dimensione immateriale dell’astratto mondo oggettivo della matematica.