Un disturbo depressivo maggiore è caratterizzato anzitutto da umore depresso per la maggior parte del tempo di quasi ogni giorno e/o dalla perdita quotidiana di interesse o piacere per tutte o quasi le attività. Uno di questi due sintomi è presente da almeno due settimane durante le quali è accompagnato dall’altro o comunque da qualcuno dei sintomi qui sotto elencati, fino al raggiungimento di cinque o più sintomi complessivi: significativa perdita di peso (senza essere a dieta) o aumento di peso; insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno; agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno; affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno; sentimenti di autovalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, quasi ogni giorno; ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o di decidere, quasi ogni giorno; pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. Questi sintomi non sono dovuti a una condizione medica generale (come ad esempio l’ipotiroidismo), né agli effetti fisiologici di una sostanza. Inoltre i sintomi non sono non sono giustificati da un lutto, a meno che persistano per più di due mesi dalla perdita della persona amata.
Va poi considerato anche il disturbo depressivo persistente (distimia),in cui l’umore depresso per la maggior parte del giorno di quasi tutti i giorni è presente da almeno due anni ed è accompagnato da due o più dei seguenti sintomi: scarso appetito o iperfagia; insonnia o ipersonnia; scarsa energia o astenia; bassa autostima; difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni; sentimenti di disperazione.
La depressione è uno dei disturbi mentali più frequenti, con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini. Inoltre la percentuale di chi ne soffre è andata progressivamente crescendo a partire dai primi anni del secolo scorso. A ciò va aggiunto che oggi non solo la depressione è molto più comune, ma che colpisce in età più precoce.
Il trattamento dei disturbi depressivi e della distimia è complesso, e mira a intervenire ai vari livelli in cui si organizzano tali disturbi. Il primo di essi è quello della visione negativa che il paziente esprime su di sé e sul suo futuro. Egli manifesta una reazione di rinuncia, quella che viene chiamata impotenza appresa. Si tratta di un atteggiamento caratterizzato dall’aspettativa che non ci sia niente di efficace da fare per sfidare certe avversità che si sono incontrate, dal senso di completa inutilità di una propria risposta a determinate sfide della vita. E’ uno stile esplicativo di tipo pessimista quello che emerge in tali casi. Lo stile esplicativo è il modo in cui generalmente ci spieghiamo perché accadono gli eventi. Quello pessimista, che predispone alla depressione, si contraddistingue per tre lineamenti: le persone ritengono che le cause degli eventi negativi che capitano loro siano permanenti, e pertanto pensano agli eventi negativi in termini di “sempre” e “mai”; oltre che permanenti, tali persone vedono le cause delle avversità anche come universali, generali, pervasive; infine, tendono a percepire come interne a se stesse quelle cause, ad attribuirsi la responsabilità delle avversità incontrate. Quest’ultimo elemento distintivo fa tutt’uno con una precaria e fragile autostima personale. Un ulteriore fattore in gioco nel determinare l’esito depressivo del confronto con le avversità è rappresentato dalla ruminazione mentale attuata sui pensieri ispirati dallo stile esplicativo pessimista. La psicoterapia mira anzitutto a mettere in discussione, attraverso il dialogo socratico e la confutazione, la visione negativa espressa dal paziente. A tal fine si promuove la consapevolezza dell’assenza di prove a sostegno di tale visione, l’espressione di ipotesi alternative di lettura, la messa a fuoco delle reali implicazioni che discendono da una credenza negativa nonché la ricognizione delle effettive probabilità che esse hanno di verificarsi e, infine, il controllo della ruminazione mentale svolta nel senso indicato dallo stile esplicativo pessimista. Un secondo livello su cui si interviene nella cura della depressione è quello delle convinzioni patogene che costituiscono la fonte dello specifico stile esplicativo pessimista attivato dalle avversità e rivelato nel corso delle ruminazioni depressive. Insieme a queste convinzioni possiamo trovarne anche delle altre, che nel periodo precedente l’insorgenza della depressione consentivano, seppur a vario prezzo, di compensare le prime. E’ molto importante completare la cura della depressione attuando questo cambiamento profondo, perché in tal modo possiamo prevenire l’insorgenza di eventuali ricadute.