Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato anzitutto dalla presenza delle ossessioni. Si tratta di pensieri ricorrenti e intrusivi che causano profonda ansia e che non sono soltanto preoccupazioni eccessive per i problemi della vita reale. Il paziente può riconoscere la loro irragionevolezza. Ci sono poi le compulsioni, cioè comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un’ossessione. Tra i comportamenti ripetitivi possiamo ricordare ad esempio quelli di lavarsi le mani, di riordinare o di controllare. Possibili esempi di azioni mentali a carattere compulsivo sono invece quelle di pregare, contare, ripetere parole e formule. Tutte le compulsioni, che siano rappresentate da comportamenti ripetitivi o da azioni mentali, vengono messe in atto come reazione a un’ossessione. Ossessioni e compulsioni causano un marcato disagio, fanno consumare molto tempo e interferiscono con l’attenzione che la persona vorrebbe dedicare alle cose della vita.
Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo si basa in primo luogo sulla combinazione fra esposizione alla situazione temuta e blocco delle compulsioni. Dobbiamo cioè aiutare il paziente ad abbandonare le “soluzioni compulsive” che egli attua per affrontare le proprie ossessioni e a lasciare che queste decantino spontaneamente. Naturalmente tutto ciò non è facile per il paziente e va accompagnato dalla guida e dal supporto motivazionale del terapeuta, che personalizzerà, adatterà al caso specifico le modalità d’intervento e le procedure tecniche. La terapia del disturbo ossessivo-compulsivo contempla poi una parte più distintamente cognitiva. Si tratta di promuovere nel paziente la consapevolezza che la sua strategia di superamento dell’incertezza ossessiva è destinata a un inesorabile insuccesso e che la serenità può essere ritrovata non con l’impossibile coronamento dei suoi sforzi di raggiungere illusorie certezze assolute, ma piuttosto nell’abbandono di tali velleitari traguardi.