Archivi autore: Claudio Lalla

Le condizioni mentali della felicità

Matthieu Ricard, biologo molecolare diventato monaco buddista, ha compiuto 40.000 ore di meditazione e ha portato a termine numerose e importanti iniziative umanitarie. In questa conferenza ci parla delle condizioni mentali della felicità e ci riassume i risultati di una ricerca cui si è sottoposto all’Università del Wisconsin. Attraverso la risonanza magnetica funzionale è stata studiata l’attività della sua corteccia pre-frontale, in quanto più questa è alta più la persona è considerata capace di uno stato mentale di ben-essere. I risultati ottenuti con Matthieu Ricard sono stati così straordinariamente positivi da collocarsi al di fuori della curva a campana che descriveva  quelli ottenuti da 150 controlli.

Felicità vissuta e felicità ricordata

Daniel Kahneman è uno psicologo che ha ottenuto nel 2002 il Premio Nobel per l’economia «per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza». Le sue ultime ricerche sono state dedicate al confronto fra l’esperienza vissuta e l’esperienza ricordata. Ne è emerso che la correlazione fra felicità vissuta e felicità ricordata è alquanto bassa.

 

Il paradosso degli anziani: si diventa più felici

A dispetto delle comuni aspettative la ricerca scientifica dimostra che le persone anziane sono più felici di quelle giovani. Anche se negli ultimi anni manifestano un calo di esperienze positive, non tornano comunque ai livelli più bassi dei primi anni dell’età adulta.  Con l’avanzare dell’età si riconosce che non si ha tutto il tempo del mondo e si dà meno importanza alle questioni futili. Cambia la scala delle priorità. Pertanto gli anziani possono essere una grande risorsa per la nostra società,  Occorre capitalizzare i punti di forza degli anziani, così da migliorare la qualità della vita a tutte le età.

Scuola: distruggere o promuovere la creatività?

Questa è una conferenza che è stata seguita da più di 43 milioni di persone. E’ stata tenuta da Ken Robinson su come la scuola distrugge la creatività. Abbiamo bisogno di una scuola diversa da quella attuale, che valorizzi le inclinazioni individuali e dia impulso alla fioritura dei talenti di ciascuno, che attivi i bambini invece di passivizzarli, che si sia su loro misura e non su quella di altri.

Il flow, componente essenziale del ben-essere

L’esperienza del flow (flusso) si ha quando ci coinvolgiamo in attività caratterizzate dall’affrontare con la massima concentrazione sfide che da un lato sono per noi molto impegnative e dall’altro mettono in gioco ai più elevati livelli le nostre abilità. Sono attività che amiamo. Nel flow il tempo si ferma e ci si dimentica di sé. E’ l’opposto dell’apatia. Dobbiamo a Mihaly Csikszentmihalyi (si pronuncia “ciks-sent-mi-hai”) il riconoscimento e lo studio scientifico del flow.

Il nostro atteggiamento nei confronti del tempo

In questa conferenza Philip Zimbardo espone i risultati di uno studio condotto sul modo in cui ciascuno di noi stabilisce il suo rapporto con il tempo. Le possibili zone temporali sono quelle del passato negativo, passato positivo, presente fatalista, presente edonista, futuro improntato al raggiungimento dei propri scopi  e futuro che trascende la vita terrena. Ogni persona ha un proprio specifico profilo temporale. Esiste un profilo temporale ottimale?

Cosa ci rende più felici?

Che ruolo giocano i piaceri, l’impegno e il significato nella costruzione della nostra felicità? In questa conferenza lo psicologo Martin Seligman, già presidente dell’American Psychological Association, ci espone i risultati cui è giunta la ricerca scientifica.

 

Come vivere una vita serena?

L’Harvard Study  of Adult Development è il più lungo studio longitudinale mai realizzato per venire a conoscere cosa ci fa vivere felici, sani e più a lungo. E’ iniziato nel 1938 ed è tuttora in corso. Lo studio ha arruolato 724 uomini, dei quali un sessantina sono ancora vivi e, ora novantenni, vi partecipano ancora.

In questa bella e breve conferenza (sottotitolata in italiano e di cui dobbiamo essere grati alla TED) lo psichiatra Robert Waldinger, attuale direttore dello studio, ce lo riassume e ci fa partecipi dei risultati che ne sono stati tratti.

La diffusione crescente della disturbo depressivo

Secondo il DSM 5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali,  negli USA la prevalenza a 12 mesi del disturbo depressivo maggiore è del 7%. Tale prevalenza nei giovani fra i 18 e i 29 anni è tre volte maggiore di quella riferita alle persone dai 60 anni in su. Inoltre i tassi di prevalenza della depressione nelle donne sono da due a tre volte superiori a quelli degli uomini. La prevalenza si calcola come il rapporto fra il numero di coloro che esprimono la depressione e il numero complessivo che si ricava dalla somma fra costoro e quanti non la manifestano. Spesso si preferisce per motivi di chiarezza tradurre il rapporto in una percentuale.  Continua a leggere

Cominciamo a parlare di scuola. Difendiamo i nostri figli dalla passività cui sono costretti

C’è un esperimento  molto interessante che fu condotto da Held ed Hein nel lontano 1963. Due gattini  della stessa figliata vennero posti per varie ore del giorno in un dispositivo che a uno di loro permetteva di muoversi ed esplorare l’ambiente in un modo attivo e all’altro solo di essere trasportato passivamente su una piattaforma trainata dal primo tramite i suoi spostamenti. Continua a leggere