Le deathbed vision sono visioni sul letto di morte che si verificano frequentemente nell’arco delle ore che precedono il momento del trapasso. Il segnale che testimonia l’inizio dell’esperienza è uno stato di serenità che appare sul volto del morente. Al morente appaiono i propri cari già morti e mai chi è ancora in vita. Si è accolti da coloro con cui si è stabilito un rapporto di amore. Il visitatore viene percepito come una presenza confortante, venuta per recare aiuto nel processo della transizione e per accompagnare oltre i confini della morte fisica. Le deathbed vision non sono causate da febbre elevata, assunzione di farmaci e collasso di un organo vitale del corpo.
Le Near Death Experience sono quell’insieme articolato e coerente di esperienze di Aldilà che viene vissuto da chi si trova in uno stato di morte clinica: niente respiro, battito cardiaco e attività cerebrale (l’elettroencefalogramma è piatto). Sono molto diffuse, come risulta dagli studi volti a misurarne la frequenza: 5% della popolazione americana e 4,2% di quella tedesca, per esempio. Le near death experience comprendono le esperienze fuori dal corpo; le indagini scientifiche condotte su queste ultime hanno corroborato la loro oggettività.
Dal 19 al 21 ottobre 2018 l’Associazione ArtInMovimento propone, presso il Quality Hotel Atlantic di Borgaro Torinese, sito in via Lanzo 163-165, la terza edizione del convegno “Andare oltre. Uniti nella luce”. Sabato 20 ottobre dalle ore 10 alle 11,25 svolgerò la relazione “Deathbed vision e Near Death Experience: prospettive sull’Aldilà”, con la quale approfondirò la fenomenologia e la natura di queste esperienze.