Secondo il DSM 5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, negli USA la prevalenza a 12 mesi del disturbo depressivo maggiore è del 7%. Tale prevalenza nei giovani fra i 18 e i 29 anni è tre volte maggiore di quella riferita alle persone dai 60 anni in su. Inoltre i tassi di prevalenza della depressione nelle donne sono da due a tre volte superiori a quelli degli uomini. La prevalenza si calcola come il rapporto fra il numero di coloro che esprimono la depressione e il numero complessivo che si ricava dalla somma fra costoro e quanti non la manifestano. Spesso si preferisce per motivi di chiarezza tradurre il rapporto in una percentuale.
Uno studio pubblicato sulla rivista “PLoS Medicine” nel 2013 e basato sull’analisi degli studi condotti dal 1990 al 2000, stabilisce che I disturbi depressivi sono stati la seconda causa al mondo di anni vissuti con disabilità. Il disturbo depressivo maggiore ha costituito l’8,2% del totale degli anni vissuti con disabilità. Le stime sono risultate più elevate nelle donne e negli adulti in età lavorativa. Il disturbo depressivo maggiore è stato inoltre la causa di 16 milioni di suicidi e di 4 milioni di attacchi ischemici.
“Depressione: una crisi globale” è lo slogan che è stato scelto per l’edizione 2012 del World Mental Health Day, La depressione, secondo i dai Oms, affligge più di 350 milioni di persone di tutte le età e in ogni comunità, rappresentando uno dei principali responsabili del carico globale di malattia. Nel corso degli ultimi settanta anni negli Stati Uniti si è riscontrato un progressivo aumento dei casi di episodio depressivo maggiore in giovane età.
In Italia i dati disponibili sulla prevalenza dei disturbi mentali sono forniti dal progetto europeo Esemed (European Study on the Epidemiology of Mental Disorders). I risultati indicano che circa una persona su cinque ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nel corso della vita. In particolare, la depressione maggiore, le fobie specifiche e la distimia sono risultati i disturbi più comuni, con percentuali di prevalenza nel corso della vita rispettivamente pari al 10,1%, al 5,7% e al 3,4%.
Quelle della depressione sono tutte percentuali molto elevate, che indicano chiaramente la notevole portata sociale del disturbo.