Qualsiasi discorso serio sulla morte e l’Aldilà non può prescindere dalle near death experience (NDE). Questo bellissimo documentario di Lara Peviani sulle NDE rappresenta un modello di come si può realizzare su questo tema un’informazione chiara e approfondita, equilibrata e commovente, ricca di contenuti e piacevolmente ben girata. Si tratta della migliore opera sul tema che io abbia finora visto. Non c’è niente di spettacolare. Vengono intervistate persone che hanno direttamente vissuto l’esperienza oppure operatori sanitari che riportano le narrazioni dei propri pazienti ed esprimono le riflessioni che da esse emergono. La percentuale di chi ha vissuto una NDE è tutt’altro che trascurabile. Uno degli ultimi studi attesta per esempio che il 4,2% della popolazione tedesca ha avuto questa esperienza, cioè circa 3 milioni e mezzo di persone. Varie sono le componenti delle NDE: l’istantanea liberazione di ogni sofferenza, l’esperienza fuori dal corpo, la capacità di spostarsi in luoghi diversi da quello del trapasso, il grande potenziamento e allargamento delle capacità sensoriali, l’incontro con i propri cari non più in vita terrena, il tunnel, la luce carica di conoscenza e amore infiniti, il riesame della propri vita, i paesaggi naturali caratterizzati da colori luminescenti, etc. Molti studi sono stati compiuti sulle NDE, in particolare sulle out of body experience, che consentono il controllo fattuale della loro veridicità. Finora tutti gli studi condotti hanno corroborato la teoria realista e confutato quella allucinatoria. Si tratta di ricerche condotte con il rigore del metodo scientifico. Ne parlo ampiamente nel mio “Perdita e Ricongiungimento”. Concludo con una citazione di Philippe Ariès, tratta dal documentario: “Gli uomini, o cercano di mettersi al riparo dalla morte come ci si mette al riparo da una bestia feroce in libertà, oppure la affrontano, ma in questo caso sono ridotti unicamente alla loro forza, al loro coraggio, in un confronto silenzioso, senza l’aiuto di una società che ha deciso una volta per tutte che la morte non la riguarda”. Questo documentario è veramente importante, perché ci lascia meno soli nell’affrontare la morte.